Ciao #fuudler, ben ritornati!!!!
Ogni volta che ci rivediamo c’è il sole e l’aria fresca che ci pettina i capelli e finalmente l’estate è alle porte!
Con questa immagine voglio iniziare questo post, perché quando si parla di sole, molte volte ci viene caldo e non vediamo l’ora di rinfrescarci con una bella macedonia o frutta fresca che, oltre ad appagare il palato, ci inumidisce le arse fauci.
E’ proprio di frutta che oggi parliamo; tranquilli non sono qui a dirvi come la si rende salubre al consumo togliendo tutta la terra o le cere che la contornano, sono qui piuttosto per farvi conoscere qualcosa di intrinseco nella frutta e come poter evitare di farla marcire …qualcosa di nascosto!!!
A tutti piacciono le magie e i giochi di prestigio e la frutta ne fa uno che è eccezionale.
Ve ne accenno qualcuno che già conoscerete:
…«metti i kiwi vicino alle mele (o banane), così maturano più velocemente» …l’avete riconosciuta la “magia”? Sicuramente già la conoscerete o ne avrete già sentito parlare, ma aggiustiamo i dubbi e cerchiamo di capirci di più.
Oggi vi scrivo per farvi conoscere:
#1: il trucco;
#2: come prendere possesso e praticare la “magia”;
Faremo invidia a David Copperfield e al mago Silvan!
Partiamo:
# 1
Madre natura ci offre stagionalmente un numero enorme di frutta e verdura, tant’è che con gli anni è venuto ad aumentare il consumo di questi prodotti , in particolar modo quelli a Km 0 per soddisfare la crescente richiesta di genuinità, all’aumento delle caratteristiche organolettiche e, non ultima, una scelta nel rispetto dell’ambiente.La frutta infatti, non viene staccata prematuramente dall’albero e fatta maturare, a “comando” con qualche accortezza da parte dei produttori, in luoghi opportuni bensì colti dalla pianta a maturazione completa.
Se potete, acquistate frutta di stagione raccolta non troppo lontano da voi: è probabile che sia rimasta sulla pianta più a lungo, visto che non ha dovuto sopportare lunghi tragitti per arrivare fino ai nostri frigoriferi.
Tralasciamo per un attimo l’importanza delle stagioni per questi prodotti per soffermarci nell’osservazione prettamente biologica, i “frutti” sono i prodotti che sono semi e gli ovari dei fiori delle piante. Chiamiamo invece “verdura” altre parti commestibili delle piante che non siano i frutti: ad esempio le foglie (come l’insalata), i fiori (come i carciofi) o le radici (come le carote). In cucina, tuttavia, questa distinzione rigida non è sempre seguita: i pomodori ad esempio sono, botanicamente, dei frutti, come anche le olive e i peperoni. Gastronomicamente parlando però siamo abituati a considerare frutti solamente quei vegetali che hanno un alto contenuto zuccherino e che risultino più o meno dolci al gusto.
Possiamo distinguere i frutti in due macro-categorie. Parliamo nel primo caso di frutti aclimaterici, nel secondo di climaterici. Questi termini ne identificano semplicemente 2 caratteristiche che ne descrivono il comportamento di fine maturazione.
Facciamo un esempio? Se dovessimo suddividerci in 2 categorie, potremmo dividerci in:
- persone che hanno un metabolismo lento e veloce;
- alti e bassi;
- introversi ed estroversi…e così via…ma va da sé che fra queste suddivisioni grossolane ci sono degli stadi intermedi.
Per spiegarci meglio, partiamo dalla chiave di volta: l’etilene!!! #SAFeatY Condividi il Tweet
L’etilene è un ormone vegetale gassoso che viene prodotto dalle piante a partire dall’amminoacido metionina.
Alcuni frutti aumentano la produzione di etilene e velocizzano la respirazione. Questi frutti vengono chiamati climaterici.
(apriamo una piccola parentesi) ⇒ Per mantenere le funzioni vitali (SI!! sono vivi e continuano a respirare) una volta recisi o staccati dalla pianta, i vegetali solitamente combinano l’ossigeno dell’aria con una molecola organica immagazzinata nei tessuti, solitamente uno zucchero, per produrre energia, calore e sintetizzare altri composti, con la produzione finale di acqua e anidride carbonica. ⇐ (chiusa parentesi)
I frutti che non producono grandi quantità di etilene e non aumentano la respirazione nella fase finale della loro vita sono aclimaterici o non climaterici.
Di etilene ne serve una piccolissima quantità per innescare la maturazione dei frutti climaterici. Una volta innescata la produzione i frutti climaterici ne producono in quantità. Ad esempio la banana, a 15 °C, produce 5 microlitri di etilene per kg ogni ora. L’avocado più di 100 mentre il limone (frutto non-climaterico) meno di 0.1.
Ed ecco che si arriva al…trucco spiegato da #SAFeatY!!!
#2
Molte volte si consiglia di mettere vicino alle banane o alle mele (climaterici), frutti che generalmente sono “lenti” a maturare (aclimaterici), come per esempio i limoni o i melograni, ove questo aumentare della maturazione è dovuto all’effetto che ha l’etilene sulla frutta.
L’etilene prodotto da frutti climaterici ha quindi anche degli effetti su alcuni frutti non climaterici, se posti accanto, senza alterarne le qualità organolettiche. Ad esempio con i limoni e le arance si stimola la degradazione della clorofilla della buccia, ciò comporta una colorazione gialla o arancio ma non altera il loro contenuto zuccherino o la loro acidità.
Se avete acquistato un frutto non climaterico non sperate che migliori le sue qualità organolettiche con il tempo. La cosa migliore che potete fare è…mangiarlo subito, sperando (non potete fare altro) che l’agricoltore lo abbia raccolto dalla pianta all’apice della qualità come dicevamo all’inizio per i prodotti a km 0.
Riassumendo…
Nei frutti climaterici…
…l’etilene segnala al frutto che è arrivata l’ora di ammorbidirsi e, spesso, cambiare colore alla buccia, degradando la clorofilla e, nei frutti rosso/viola/blu, iniziando la produzione di antocianine, responsabili della colorazione. La respirazione aumenta e raggiunge un picco, per poi diminuire.
Sono frutti climaterici:
mela
albicocca
caco
avocado
banana
fico
kiwi
mango
nettarina
papaya
pesca
pera
prugna
cocomero
melone
pomodoro
I frutti aclimaterici o non climaterici…
…una volta staccati dall’albero interrompono la maturazione e la loro respirazione diminuisce pian piano.
Tra questi vi sono:
mirtilli
more
lamponi
fragole
ciliegie
cetrioli
uva
pompelmi
limoni
lime
olive
arance
peperoni
ananas
melanzana
zucca
melograno
piccoli CONSIGLI:
UNO – BANANE (climaterico) – avvolgendo un po’ di pellicola intorno al picciolo si eviterà al gas di diffondersi, evitando di far maturare velocemente anche il resto del frutto e quelli nelle vicinanze.
DUE – MELE (climaterico) – Una mela ammaccata “contagerà” le altre più facilmente. L’etilene in questo caso verrà prodotto in grandi quantità, soprattutto quando il frutto giace in una situazione di stress come ad esempio una mela ammaccata. In quest’ultima, la zona circostante scurisce per effetto della polifenolossidasi e rammollisce per l’effetto dell’etilene prodotto. Facciamo attenzione in questo caso perché, ove si viene a verificare il rammollimento, si verranno a presentare anche altri processi consecutivi: senescenza e marcescenza spesso dovuti a condizioni ottime per la proliferazione di microrganismi poco utili alla nostra salute.
TRE – BROCCOLI (climaterici) – Per rallentarne la senescenza può essere utile avvolgerli in un foglio di alluminio o in una pellicola che li isoli dall’atmosfera limitando il contatto con l’ossigeno e rallentando di fatto la respirazione e produzione di etilene.
QUATTRO – ASPARAGI (aclimaterici) – Per mantenere gli asparagi freschi e croccanti più a lungo è necessario accorciare il gambo di circa un centimetro e poi riporre l’intero “mazzo” in un sacchetto di plastica e sistemati in frigorifero.
Ora che conosciamo quali frutti possono essere messi insieme ad altri per velocizzare e aumentarne in vario modo la loro maturazione, possiamo magicamente trasformarci in “madre natura” come se avessimo il gioco “l’allegro chirurgo”!!!
Mi raccomando, SII #SAFeatY anche con la frutta!!! Disseta questo inizio d’estate!!!
Ciao #fuudler!!!
fonti:
lescienze.it
scientificamerican.com